Claudine
Claudine
Claudine
Era l’estate dei miei diciassette anni. Eravamo in vacanza sul lago e alcune amiche mi porta- rono in Monferrato per il compleanno di un amico comune che si diplomava e festeggiava i suoi diciannove anni, tutto nello stesso gior- no. Era il 16 di luglio, un luglio caldo di cicale e di sole. Il festeggiato era alto e bello ed era l’unico con cui potevo parlare in inglese.
Mi fece da traduttore per tutto il tempo durante la festa e anche dopo, per quasi tre settimane. Era il mio ponte di collegamento con tutti gli altri.
Quando tornai a casa a Bruxelles mi mancava come il profumo dell’estate. Il nostro tempo per conoscerci si è fissato di inchiostro indelebile su pagine e pagine di lettere che ci siamo scambiati per settimane.
Il nostro amore è nato così. Ci siamo innamorati scrivendoci. Colmando la distanza con pen- sieri a distanza, aspettando una busta bianca e l’arrivo del postino. Abbiamo avuto tempo. Tempo per conoscerci, per mettere radici. Per capire che quel poco tempo insieme, a Natale e Pasqua non ci bastava più.
Ci siamo sposati partendo per il Belgio dentro una Cinquecento carica di fiocchi e bomboniere e tutto il nostro amore.
Mentre Fausto trovava lavoro a Torino io facevo da babysitter in un nido privato e insegnavo e imparavo l’italiano coi bimbi più piccoli.
Un anno dopo ci trasferimmo in Monferrato e qui nacquero i miei figli.
Sono stati anni belli di viaggi e campeggi al mare e poi in montagna. Io e Fausto amavamo trovare posti da scoprire e ci piacevano anche viaggi brevi nel fine settimana. Organizzavo io, ci bastava dire dove volevamo andare.
Siamo stati uno per l’altra come un violino con le sue corde. Abbiamo visto tanto, con occhi sempre pieni di stupore e meraviglia. Siamo stati unici e indivisibili. E lo siamo tutt’ora. Nonostante lui non ci sia più e ciò che vorrei raccontare è un viaggio a Lisbona che non faremo mai più insieme.
Ho vissuto A.N.D.O.S. come un ennesimo viaggio con persone che ho conosciuto strada facendo un pezzetto per volta. Siamo passeggeri su un treno che ha una destinazione che non conosciamo e come tutti i viaggi che ho fatto, c’è sempre qualcosa che devo ancora scoprire e imparare.
Il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo. Non sappiamo mai se ne avremo a sufficienza per dirci “A domani” o “Ti voglio bene” o per stupirci davanti a un nuovo paesaggio, per questo custodirlo e viverlo con chi amiamo è la cosa più bella che possiamo fare.